Lo stile di Lucrezio è uno stile ricco di figure retoriche, in particolare anafore, e perifrasi poetiche che ampliano le possibilità espressive della lingua, patronimici e arcaismi che stabiliscono un filo diretto con Ennio, il predecessore del genere epico. Tutte queste modalità espressive servono per innalzare lo stile.
Lucrezio inoltre si avvale di tante figure di suono, come ad esempio allitterazioni e omoteleuti (che costituiscono un rimando alla lingua degli arcaici, i quali, appunto, utilizzavano queste tecniche per dare ritmo alla poesia dato che il verso era più libero), e figure dell'ordine, soprattutto iperbati e anastrofi ( nche questi per innalzare lo stile).
Infine in Lucrezio vi è un lessico del tutto innovativo, nel senso che egli adotta il linguaggio filosofico e scientifico per esprimere i concetti della filosofia epicurea.
latinoVC
mercoledì 7 giugno 2017
mercoledì 29 marzo 2017
1. Illustra le cause della decadenza dell’eloquenza
nelle opere di Petronio e di Quintiliano.
Quintiliano e Petronio spiegano
la decadenza dell’oratoria in epoca imperiale in termini di corruzione
dell’insegnamento, dei costumi e del gusto[i].
Nel Satyricon il protagonista
Encolpio attribuisce la decadenza dell’oratoria ai cattivi maestri che
impongono agli allievi esercitazioni scolastiche su argomenti fittizi, le declamationes in voga in epoca
imperiale, e insegnano uno stile ampolloso, teso a stupire l’uditorio. A lui il
retore Agamennone risponde che i maestri si adattano agli interessi dei ragazzi
e all’ambizione dei genitori, che vogliono farli esibire nel foro senza un
adeguato tirocinio formativo. Quintiliano nell’Institutio oratoria individua le stesse motivazioni tecniche
addotte da Encolpio e sul piano morale, in una riflessione di portata più ampia
e meno interessata rispetto a quella di Agamennone, attribuisce la decadenza
dell’oratoria alla dilagante corruzione dei costumi.
2. Nel XII libro dell’Institutio oratoria viene delineato il
concetto di vir bonus dicendi peritus. Cosa
si intende con tale espressione?
L’espressione vir bonus dicendi peritus, che
Quintiliano riprende da Catone, delinea il ritratto dell’oratore ideale,
sottolineando la priorità del dato morale: l’oratore è innanzitutto uomo onesto
(vir bonus), che è impegnato in
politica non in vista del suo interesse personale, ma per il bene della
comunità, e alla cui probità morale si aggiunge la capacità di esprimersi
efficacemente (dicendi peritus).
Sulla scorta di Catone e soprattutto di Cicerone, modello insuperato per il
nostro autore, Quintiliano delinea, però, una figura anacronistica di oratore.
Se, infatti, l’oratore in età repubblicana rivolgeva i suoi discorsi alle
assemblee cittadine, che detenevano il potere, per orientarne le decisioni, in
epoca imperiale il senato ed il popolo sono stati esautorati e il vero arbitro
della politica è il princeps. Del
resto Quintiliano, pur non sottolineando esplicitamente le mutate condizioni
storiche, consiglia la collaborazione dell’oratore con il potere assoluto,
trasformando di fatto l’oratore in un leale funzionario.
3. Realismo comico e realismo
del distacco nel Satyricon di
Petronio.
La narrazione petroniana è
improntata di realismo, poiché presenta un’umanità e situazioni, perlopiù basse
e degradate, del mondo realmente esistente al tempo del suo autore, insieme a
un intento mimetico-realistico nella lingua e nello stile. Non si deve,
tuttavia, dare al termine un’accezione anacronistica, pensando alle esperienze
narrative del Realismo ottocentesco che trattano con
serietà le problematiche sociali, perché, come ha dimostrato Auerbach, nella
letteratura antica la realtà umile e quotidiana può essere rappresentata solo
in modo comico e grottesco in base alla teoria degli stili. Nello stesso tempo,
secondo una definizione di Luca Canali, quello del Satyricon è anche un “realismo del distacco”, perché l’autore
mantiene un atteggiamento scettico, disincantato, nei confronti della materia
trattata, lontano dal compiacimento e anche dall’invettiva.
[i] Con la maggiore lucidità dello storico, Tacito vedrà
nella situazione politica dell’impero il fattore determinante che rende
impossibile la rinascita di una grande eloquenza.
mercoledì 8 marzo 2017
Quali sono le cause della decadenza dell'oratoria secondo Quintiliano?
Le cause della decadenza della retorica sono descritte da Quintiliano nell’Institutio Oratoria e sono di ordine tecnico e morale. Per quanto riguarda le cause di ordine tecnico, come Petronio, Quintiliano critica la carenza di buoni insegnanti nella scuola romana e l’eccessivo spazio lasciato alle declamationes: esercizi di natura fittizia che servono ad allenare i giovani oratori, ma che sono lontani dalla vita reale e dunque inutili alla communis utilitas. Il bravo oratore, infatti, per Quintiliano è colui che antepone sempre il bene pubblico a quello privato e difende gli interessi della comunità attraverso l’impegno politico. Per quanto riguarda, invece, le cause di ordine morale, Quintiliano critica rigidamente la corruzione dei costumi che allontana l’oratore dall’ideale del “vir bonus dicendi peritus”, cioè l’uomo onesto, (vir bonus) che sa parlare elegantemente. La corruzione dei costumi ha delle conseguenze sul gusto e sullo stile delle orazioni; Quintiliano ,infatti, afferma che c’è una degenerazione dello stile e critica aspramente l’asianesimo, che mira allo sfoggio di bravura anziché persuasione dell’auditorium. 😊
martedì 7 marzo 2017
Quali sono le cause della decadenza dell'oratoria secondo Quintiliano?
Nell’ ‘Institutio oratoria’, Quintiliano riprende il problema della decadenza dell’ oratoria e le sue cause, citando fonti greche e latine, discute le posizioni prese dai suoi predecessori.
Indica le cause dividendole in fattori di ordine tecnico e fattori di ordine morale; nei primi fece riferimento alla carenza di buoni insegnanti nel sistema scolastico ed un eccessivo spazio dato nella scuola alla discussione su argomenti lontani dalla vita reale e di conseguenza poco utili e i secondi riguardavano la degenerazione dei costumi.
Entrambe le cause della decadenza dell’oratoria derivano da due principali problemi impostati da Quintiliano in termini di “corruzione”, in rapporto alle condizioni storico-culturali dell’ età in cui è nata: quello della mutata funzione dell’ oratore nella società e quello delle nuove tendenze stilistiche. Egli individua in Cicerone il culmine dell’oratoria romana e il modello insuperabile al quale si deve tornare percorre rimedio alla situazione.
Quali sono le cause della decadenza dell’oratoria secondo Quintiliano?
Quali sono le cause
della decadenza dell’oratoria secondo Quintiliano?
Nell’“Institutio oratoria” Quintiliano tratta il problema della decadenza dell’eloquenza e le sue possibili cause, tema già affrontato precedentemente da altri autori. In primo luogo, per Quintiliano, le cause derivano dal sistema scolastico, in cui si nota un numero sempre maggiore di insegnanti corrotti e un’eccessiva presenza nel curricolo delle declamazioni, ossia esercizi scolastici di preparazione all’oratoria basati su argomenti fittizi. Infatti lo stile delle declamazioni è molto artefatto e mira a stupire e a dilettare l’oratorio piuttosto che a concentrarsi sulla causa da vincere, trascurando in tal modo l’essenziale. In secondo luogo le cause sono anche morali, ossia riguardanti la degenerazione dei costumi nella società romana. Come soluzione propone di ritornare all’oratoria ciceroniana, considerata il culmine dell’oratoria romana. Tuttavia Quintiliano non si sofferma in modo particolare sulla decadenza dell’eloquenza e sulle sue cause, ma dimostra in tal modo un’attenzione ai fenomeni storico-sociali della sua epoca.
lunedì 6 marzo 2017
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